IOdrama di Valerio Vigliaturo

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Dalla premessa di Massimo Morasso

Il libro è uno scrigno d’impurità, fluente estatico meditabondo didascalico moralista e tante altre cose insieme. C’è dentro di tutto, anche sul piano stilistico, e dice di un dramma tripartito in cielo e in terra, tramato entro un vertiginoso intreccio di piani del discorso. Per me, il suo più bello sta nel desiderio-delirio della verità, nel tentativo di messa a morte dell’Io, nel tripudio incessante della nominazione che lo abita. L’io spersonalizzato racconta, annota, riflette, oscilla fra svariati modi di sé, e rimanda, in fondo, a una non-immagine (appunto, di sé) che ha una sua stordente potenza, che a tratti sento spuria, a tratti intrigante. Rispetto a ciò che si legge di solito, il lavoro ha di certo il pregio d’essere il frutto di un’esperienza d’intensità, e la cosa è cosa rara.

Da IOdrama (Edizioni Ensemble 2024)

Bianco, esiste solo il bianco
di questa luce che assale
il freddo penetra nelle ossa
attraversa la scia dei ricordi
fioccano come un continuum
interrompe il tempo senza soluzioni
soffocato e precluso il cammino
nel marasma che circonda
per ritornare a essere

ci adagiamo, ma saremo più forti

*

Lontano dai guai
lontano dagli occhi
doveri da ottemperare
nella città covo di serpenti
tempo sospeso tiene distante
vizi e mali quotidiani
cui non brami
goduto il meritato riposo
divieti, controlli
un autunno di piombo
Intorno la gente fugge
per terra, mare, cielo
sei inerme, un verme

Pronti ad accogliere
senza risolvere i problemi
escogitare soluzioni

Non dovrebbe mai essere l’ultimo bagno
l’ultimo giorno, ci dovrebbe essere
a day after tomorrow
senza temperature, stagioni
mare calmo piatto per distendersi
asciugare le ferite, scrivere
beatamente poesie al sole

*

A pronunciare il tuo nome
si riempiono stanze vuote
dove traboccava la presenza
nei cassetti, sulle mensole
rimangono impronte e capelli
avvinghiati sotto il letto, il divano
graditi, quando hai amato
da estirpare tutte le altre volte

– nell’assenza diventi ancora più forte

Come fa un amore così grande
a farsi sovrastare imperterrito
dalle frizioni caratteriali, zodiacali
effetti tangibili delle maree di giorno
di notte, sentimenti avversi e irrisolti
senza urlare la sua forza protettrice
fino all’ultimo tentativo di riconciliazione
la risoluzione consensuale di un rapporto
non è impugnabile, più nulla a pretendere
per non farsi male, ognuno con la sua
ragione, giunti a un binario morto

*

Verso l’Apocalisse, giochiamo
spensierati, surgelati
il delirio delle coscienze, appagati
ognuno a rincorrere le sue mete
sentirsi sfamati nel precipizio
siamo ancora più folli
combattiamo la morte
per rallegrarci con le migliori
distrazioni, neanche il virtuale
sintetizza meglio la scalata
onnipotente, sentirsi immortali
intoccabili da questa sorte

*

Sole sfavillante fuori
prisma fluorescente di colori
dentro buio pesto, sull’orlo
dell’abisso il precipizio
spettro nella landa deserta
la paura domina il presente
inquietante, una mano morta
propaganda unilaterale ricopre
il silenzio ovattato a basso costo
invochi gli dèi non rispondono
l’immaginazione è percezione
abnorme, distorta, destinati
all’involuzione della specie
accomodante fuga orbitale
in cerca di altri mondi

*

Speculari corpi celesti
apogeo serafico
amanti in sospensione
si avvicendano senza mai
trovarsi è un’illusione
sorgere e scomparire
nel perenne esitare
unica certezza
contenere il tempo
nella tregua

*

Valerio Vigliaturo è poeta, scrittore e performer. Dal 2004 è direttore del Premio InediTO-Colline di Torino. Il suo primo romanzo, Dalla parte opposta (Augh!, 2018), ha vinto il Premio Carver (2018) e il premio “Alda Merini” (2019); la sua prima raccolta poetica, Amori & Disincanti (Transeuropa, 2020), è stata selezionata al premio Città di Como (2021). Ha ricevuto una menzione al concorso “Parasio – Città di Imperia” (2023) con la poesia Luna incanta il percorso e al premio Lorenzo Montano (2024) con Non domandare la formula. Entrambi i testi sono inseriti nell’ultima raccolta, edita nel 2024, al titolo IOdrama (Edizioni Ensemble).

(Articolo a cura di Silvia Rosa)