GIANNI BAVA
I Battuti in processione è il titolo di un dipinto di Nino Fracchia, di cui conservo una riproduzione di pregevole fattura. Non ho mai avuto modo di osservare l’originale, non so nemmeno dove sia conservato, se oltre alla mia copia ne esistano delle altre e se qualcun’altro, oltre a me, si ritrovi – ogni tanto – a guardarlo.
La prima volta che ho incontrato I Battuti in processione ero a casa di una mia amica, la stampa a colori era appesa con delle puntine da disegno alle perline di legno che foderavano la parete della cameretta degli ospiti. Appena l’ho visto sono rimasto colpito dalla potenza espressiva e avvicinandomi ho letto la didascalia dove era indicato il titolo e l’autore. Trovarmi di fronte a un dipinto, sia pure una riproduzione, di Nino Fracchia, in uno spazio espositivo modesto e del tutto inatteso, mi ha fatto provare una forte emozione. La mia amica non si ricordava da dove provenisse la stampa, non conosceva Fracchia, ma anche lei era stata colpita dal quadro e aveva pensato di utilizzarlo per arredare la cameretta degli ospiti.
Da allora sono passati molti anni, la mia amica è diventata mia moglie, la cameretta degli ospiti non c’è più perché nel frattempo abbiamo cambiato casa. Quando siamo andati via sono stato attento a non perdere, nelle inevitabili confusioni provocate dal trasloco, la stampa del dipinto di Fracchia. Non ho smarrito la stampa ma, forse per proteggerla troppo, l’ho ibernata in una capiente cartellina insieme ad altre stampe a cui ero affezionato.
Pochi giorni fa mentre stavo riponendo degli altri disegni mi sono ritrovato di fronte ai Battuti in processione, ammetto di essermeli scordati, ma quando ho sollevato i lembi della cartellina ho riprovato la stessa emozione di allora. Ho liberato dalla cartellina-prigione il foglio di cartoncino collocandolo sul banco di lavoro dove dipingo e lo ho osservato molto attentamente sotto la potente luce delle lampade.
Sotto un cielo inquieto, gonfio di nuvole nere spinte dal vento, con il sole che balugina alto tra sprazzi di sereno sfilano i Battuti. Due sacerdoti aprono la processione, il primo porta sulle spalle un lanterna e a pochi passi di distanza il secondo avanza reggendo un pesante crocefisso; accanto al primo sacerdote una pia donna, con il foulard in testa, un ombrello stretto sotto il braccio destro e le mani raccolte in preghiera. Si intravedono, appena abbozzate le figure dei fedeli che seguono, preceduti da un altro sacerdote. In primissimo piano un cespuglio rinsecchito. Sullo sfondo le onde di dolci colline e le sagome scure di alcuni alberi.
Nel libro Nino Fracchia 1988-1950 Cultura figurativa in Piemonte nella prima metà del 900, edito nel 2000, al capitolo “Materiali per il catalogo” ho ritrovato I Battuti in processione, vengono però denominati Esauditi, sono riprodotti in un piccolissimo formato in bianco e nero, viene indicato il formato: 45 per 44,7 cm, olio su cartoncino e la proprietà attribuita ad una collezione privata.
Non sono riuscito a trovare altri elementi, notizie o riproduzioni migliori. Riuscire a vedere l’originale dei Battuti in processione sarebbe un po’ come rintracciare una persona scomparsa, svelare un mistero sia pure piccolo piccolo.
Scomparsa, mistero, eppure quante cose di Nino Fracchia sono davanti ai miei occhi: da ragazzo ricordo una, diverse escursioni a vedere le rovine della colona elioterapica del Ellero; a Vicoforte mi aveva sempre incuriosito la facciata di una casa, inserita tra le altre, con uno stile molto particolare; le ringhiere dei balconi di un palazzo in Corso Statuto; i Colombari del cimitero con le formelle in cotto; alcune tombe in stile fascio-futurista; il salone del Circolo di Lettura; la Scuola Elementare di Villanova; la villa Facelli sull’Altipiano, con delle meravigliose decorazioni liberty; due dipinti a tema carnevaleschi a casa di un mio carissimo amico.
Insomma Nino Fracchia è una presenza continua in Mondovì, ma la sua è una presenza timida, nascosta, oscurata, quasi che la città avesse voluto occultarne la memoria. A questo punto la voglia di rintracciare I Battuti in processione si è fatta ancora più forte, spero che Margutte diventi cassa di risonanza e il mio grido di aiuto venga sentito e accolto.