Emanuele Gallo ed i deserti: immagini di solidarietà per il CCM

Gobi March

Gobi March

ATTILIO IANNIELLO (a cura)

Emanuele Gallo è un maratoneta con la passione di correre nei deserti. Nel corso degli anni ha saputo poco per volta incontrare questi luoghi apparentemente inospitali ma generosi nel donare visioni di bellezza.

Durante le corse nei più importanti deserti del nostro pianeta, Emanuele ha saputo fermarsi di quando in quando per fotografare paesaggi, persone che in qualche modo diventavano non solamente testimonianza delle sue performance sportive ma anche elementi di una conoscenza di quello che gli antichi avrebbero definito genius loci.

Emanuele Gallo nel corso della Grand2Grand - USA

Emanuele Gallo nel corso della Grand2Grand – USA

«Sono nato nel 1973 a Cuneo, abito a Borgo San Dalmazzo (CN) dove lavoro come Guardia Forestale. Fin da bambino ho frequentato la montagna effettuando escursionismo prima e alpinismo e sci alpinismo in seguito», racconta Emanuele Gallo. «Inizio a correre come allenamento per le altre attività ma nel 1997 corro la mia prima maratona a Roma, appassionandomi così alla corsa su strada e partecipando in seguito a diverse maratone. Dopo un paio di anni, nel 1999, partecipo alla Marathon des Sables in Marocco, corsa a tappe in autosufficienza alimentare di 230 km nel deserto del Sahara.

Qui è “nato l’amore” per il deserto e per la corsa “trail” (su sentieri o fuori pista). Nel 2001 corro in Libia la III Desert Marathon, tre tappe da 42 km ciascuna nella zona dell’Akakus. Dopo un periodo di pausa, nel 2007 torno a correre nel deserto con la Gobi March, nel Deserto dei Gobi in Cina, primo appuntamento del circuito “4 Desert”. Nel settembre 2008 in Egitto, nel Deserto del Sahara, partecipo alla Sahara Race e, nella primavera 2009 concludo l’Atacama crossing in Cile. Avendo concluso tre deserti del circuito “4Desert”, acquisisco il diritto a partecipare, nel novembre 2010, alla Last Desert che si svolge in Antartide. Qui mi classifico terzo assoluto percorrendo 193,70 km e terminando così il circuito 4Desert.

Nel frattempo sulle montagne “di casa” mi sono dedicato alla corsa trail sia per allenamento sia per partecipare ad alcuni ultratrail fra cui il Grand Raid du Cromagnon (da Limone Piemonte a Cap d’Ail) e l’Ultratrail du Mont Blanc  (anello intorno al Monte Bianco). Nel 2011, sempre organizzato da Racing the Planet, corro una corsa a tappe in Nepal, ai piedi dell’Annapurna mentre nel settembre 2013 partecipo alla G2G Ultra, 270 km a tappe in autosufficienza negli USA, dal Grand Canyon alla Grand Staircase».

Sahara Race

Sahara Race

La partecipazione ai “4 Desert Circuit”  è una delle esperienze più profonde del maratoneta cuneese:

«Racing the Planet organizza gare di corsa in tutto il mondo riprendendo la struttura della ormai trentennale ”Marathon des Sables”, che è stata la prima gara del genere», spiega Emanuele Gallo. «La gara di solito dura una settimana e copre una distanza di circa 250 km suddivisi in sei tappe. Indicativamente ci sono quattro tappe da una quarantina di chilometri, una tappa lunga da 70-80 e l’ultima breve da 10-15. Lungo il percorso, ogni 15 chilometri circa, ci sono dei “check point” in cui viene fornita acqua e, se necessaria, assistenza medica. Sono gare in autosufficienza: bisogna correre con uno zaino contenente tutto il necessario per la settimana dal sacco a pelo ai ricambi al cibo al materiale di sicurezza obbligatorio. Ciò significa zaini dal peso iniziale che può variare dai 6 ai 17 kg, in base al concetto personale di indispensabile e superfluo!

L’organizzazione fornisce solamente l’acqua durante la corsa e acqua calda al campo, tende in cui dormire e assistenza medica. I tempi limite per ogni giorno sono abbastanza generosi, lasciando così la possibilità di terminare la prova anche a chi cammina per la maggior parte del percorso. Per esempio per concludere la tappa di 80 km il tempo limite è il pomeriggio del giorno successivo alla partenza: chi ha ritmi più lenti può fermarsi qualche ora a riposare in un check point lungo il percorso. Ovviamente il cronometro non si ferma quindi, per ottenere un buon piazzamento non resta altro che correre tutta la distanza senza soste.

Il circuito “4 desert” prevede 4 prove nei deserti più affascinanti di tutto il mondo: il Gobi in Cina, il Sahara in Egitto, l’Atacama in Cile e l’Antartide.

Questi sono considerati rispettivamente i posti più ventosi, caldi, aridi e freddi del pianeta.

Antarctica

Antarctica

L’Antartide è una gara “sui generis”: innanzitutto è ad invito e riservata solo a chi abbia concluso le altre tre gare. Poi per questioni di sicurezza dei partecipanti e salvaguardia dell’ambiente in cui si corre, non è in autosufficienza. La base è una nave rompighiaccio che ogni notte si sposta lungo la penisola antartica. Di giorno si sbarca e si corre per un tempo prefissato su un circuito che può variare dai 3 ai 20 chilometri, vince chi fa più giri. La monotonia di correre su circuito è ampiamente ripagata dall’ambiente in cui ci si trova.

La grande incognita è il meteo: si può partire per correre 12 ore ed essere stoppati dopo una per il sopraggiungere di una tempesta o essere svegliati nel cuore della notte perché è previsto un periodo di tempo favorevole e si può correre».

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Emanuele Gallo ha voluto raccontare la sua esperienza di maratoneta nei deserti del mondo attraverso un libro fotografico dal titolo Deserti, luoghi d’incontro (Stefanio Termanini Editore, Є 20,00)

«Tutti i deserti percorsi da Emanuele sono abitati da poveri che vivono con difficoltà le loro esistenze», scrive Giuseppe Meo nella presentazione del libro. «Ebbene dal libro e dalle fotografie traspare l’amore per questa gente, per persone umili e dimenticate, il piacere di incontrarle nei loro luoghi e nelle loro case, di condividere il cibo e l’abitazione, di conoscere i loro usi e costumi…  Questo desiderio di condivisione personale è uno dei temi centrali dell’ideologia del CCM. tutti noi volontari quando siamo in missione in Africa amiamo sederci con loro, conversare con semplicità, accarezzare i loro bambini… Abbiamo capito da tempo che non c’è diversità etnica, religiosa, culturale, sociale che impedisca un rapporto di amicizia vero, non retorico, una relazione ove si scambiano valori importanti».

L’acronimo CCM sta per Comitato Collaborazione Medica, organizzazione no profit a cui andranno i proventi della vendita del libro di Emanuele Gallo.
Il CCM – Comitato Collaborazione Medica

www.emanuelegallo.com