7 piccole storie + una. Seconda

Storia Seconda

CYBIL PRINNE

Era una mattina nebbiosa e la donna sentì che non le restava più niente da fare a questo mondo: era diventata vecchia. Aveva sempre pensato che dopo morta sarebbe ritornata sulla terra nel corpo di qualcun altro: era venuto il momento di verificare la sua teoria.

L’unica persona che avrebbe potuto aiutarla era il dottore, un bell’uomo bruno e peloso che aveva fama di stregone e piaceva molto ai bambini. Lo invitò quindi a bere un caffè nell’ora in cui i pazienti facevano il riposino pomeridiano. Seduto nella grande poltrona di fronte, il medico le disse: so io come fare, raccontami a ritroso la tua vita.

Lei cominciò con gli ultimi anni, quelli passati al paese dopo la morte del marito. Poi gli parlò della malattia dell’uomo che aveva vissuto con lei per tanto tempo e ammise che la sua morte era stata una liberazione. Raccontò degli anni di matrimonio passati in giro per il mondo, a inventarsi sempre nuovi lavori e a cambiare città solo per il piacere di sentire una terra diversa sotto i piedi. Confessò di aver amato altri uomini; di tutti conservava un ricordo, un profumo o una parola.

Mentre procedevano i racconti, il suo aspetto ­ringiova­niva. Quando parlò del ballo in cui avrebbe incontrato il futuro marito, il dottore notò compiaciuto che si stava trasformando in una bella ragazza con i capelli rossi e un abito fuori moda. Da un vecchio romanzo d’amore lei tirò fuori una rosa pressata, che tra le sue dita ritrovò il turgore di quando era stata staccata dal cespuglio, e se l’appuntò allo scialle.

Fu quindi la volta del periodo di scuola, in cui era stata una ragazzina discola e pronta, e la maestra aveva profetato: ne farai di strada. Ricordando l’odore di gesso sbriciolato si mutò in una bambina con le trecce arrotolate intorno al capo. Al dottore venne voglia di darle un bacio sui capelli e regalarle due confetti alla frutta.

Ricostruire la prima infanzia fu difficile, e ­particolar­mente arduo fu ricordare il parto faticoso con cui sua madre la mise al mondo. Dell’incontro dei suoi genitori, avvenuto nove mesi prima all’ombra di un ciliegio, naturalmente non sapeva nulla, ma a quel punto era diventata un grumo umido che il dottore prese con cura tra due dita e ripose in un’ampolla di vetro.

Finì il caffè e si preparò per uscire. Doveva andare da una giovane signora che sarebbe impazzita di dolore insieme al marito se non avesse concepito in fretta un erede. Si incamminò borbottando fra sé: speriamo che a quelli piacciano le bambine con i capelli rossi.

(Illustrazione di Franco Blandino)

Prima storia
Terza storia
Quarta storia
Quinta storia
Sesta storia
Settima storia
Ultima