LORENZO BARBERIS.
La nuova gestione della mostra dell’artigianato artistico monregalese, iniziata l’anno scorso, si è qualificata per dare un maggior spazio ad eventi musicali, realizzati per ora principalmente sulla piazza Maggiore, che sta sempre più divenendo il vero fulcro della mostra (a scapito, di fatto, di Via Vico).
Si sono avuti anche concerti – di classica – in sala Ghislieri e al Belvedere, ma l’attenzione principale si è concentrata qui.
Si è cominciato il 13 con i Voxes, ensable a cappella che non ha mancato di ricordare l’ormai prossimo “Vocalmente”, evento legato alla musica vocale della vicina Fossano, che sta per aprire.
La sera successiva, il 14, è stata la volta dei Cyborgs, gruppo veramente scenografico per uno spettacolo di alto livello, con i due performers trasformati nei cyborg Zero e Uno dalle maschere da saldatore.
Il CD del gruppo li presenta con un bel fumetto di fantascienza, dove da un futuro cyberpunk degenerato del 2110 il duo torna nell’Ottocento per rubare lo spirito del blues, ma poi naufraga nella nostra epoca. Dati i presupposti scenici ci si aspetterebbe musica elettronica stile Daft Punk, invece, come si è già intuito dalla trama della storia finzionale del gruppo, parliamo di electric blues tradizionale, molto potente e affascinante.
Tornando su uno stile più tradizionale, almeno sotto il profilo “estetico”, è stata la volta dei Two Fat Men, duo anglo-italiano di musica acustica che si sono esibiti venerdì 15, la sera di ferragosto. Su queste note più tradizionali si chiuderà il 18, con i Loscomobile.
Ma l’evento principale, quello di sabato 16 agosto, è stata la presenza di Levante, cantautrice di livello nazionale. Nata a Catania nel 1987, si trasferisce a Torino dove avvia la sua carriera musicale con l’etichetta musicale indipendente INRI.
Nell’estate 2013 si fa conoscere con la canzone “Alfonso”, tormentone web che diviene famoso per il ritornello inneggiante alla “vita di merda” ma che in verità non è affatto male a livello di testo, un nichilismo da anni ’10 forse non innovativo ma declinato in modo gradevole.
Alfonso
Mai, mai, mai, mi perdonerei
Mai ho tagliato i capelli da sola
Mai mi sento una persona nuova
Ho messo le scarpe da sera
E sembrerò seria e sembrerò in vena
Che gioia mi dà
Stare in mezzo alla ressa
Si parla di festa
Berrei volentieri un caffè
Mi pestano i piedi da un’ora
Ho le scarpe da sera ma no, non sono in vena
Corre l’anno 2013, in mano alcolici e niente più.
Che vita di merda
Ma che cosa c’entra il bon ton?
Ho riso per forza, ho rischiato di dormirti addosso
Alfonso, tanti auguri ma non ti conosco.
A, e, i, o, u, y, se ora parte il trenino mi butto al binario
Guarda là, c’è uno in mutande e papillon
Dov’è il proprietario di casa
L’imbarazzo è palese ma sono cortese
Corre l’anno 2013, in mano alcolici e niente più.
A inizio 2014 è arrivato “Manuale distruzione”, il suo primo album, che come calembour non è niente male: gioca su “manuale d’istruzione”, ovviamente, ma anche su “distruzione manuale”, ovvero compiuta a mano.Stando a voci non controllabili, poi, a sentire Levante in piazza a Mondovì ci sarebbe stato anche Sir Bob Cornelius Rifo, il frontman del progetto The Bloody Beetroots, che a Sanremo 2014 aveva fatto scalpore (o meglio: aveva creato l’unica interessante nota di colore…) apparendo con la maschera nera di Spider-Man (spesso confusa con quella di Venom, che deriva da questa ma non coincide) al fianco di Raphael Gualazzi (performance per cui Levante ha espresso approvazione). Ovviamente la sua ipotetica apparizione monregalese non era in maschera, riservando il riconoscimento solo ai pochi intenditori che ne conoscevano il vero volto.
Bob Rifo, ovviamente nome d’arte, è un Dj e musicista italiano di elettronica di fama internazionale, poco noto in Italia per via dello scarso riconoscimento del genere qui da noi. Personalmente ne so pochissimo, data la mia scarsissima competenza nel genere; ma da fan del fumetto non posso che compiacermi della sua presenza monregalese. In attesa del vero Venom, se mai arriverà.