Le vie del colore.

Simonetta Ellena due (Foto Galleano) copertina

Opera di Simonetta Ellena (foto Galleano)

ATTILIO IANNIELLO

«Nel dipingere, soprattutto con gli acquerelli, si possono sperimentare le qualità delle più diverse tonalità di colore, mescolando le varie sfumature e rendendole più tenui o più intense», scrive Eva Mees-Christeller. «Il linguaggio del colore, l’atmosfera del colore, l’esperienza del colore, danno particolarmente sollievo e sono liberatori» (Eva Mees-Christeller, La terapia artistica, 1987).

Seguendo le vie del colore, lasciandosi avvolgere dai colori stessi, poco per volta si vive la consapevolezza della propria realtà, lasciando che il passato ci lasci in eredità unicamente ciò che può contribuire a vivere bene e liberamente il proprio presente e il presente di chi ci è vicino. Questi sono, a grandi linee, gli orizzonti di chi intraprende il sentiero artistico della pittura introspettiva.

«Quando sogniamo, le immagini che produciamo nel sogno, le situazioni, le suggestioni, hanno un valore riequilibrante per la psiche anche se non vengono comprese, analizzate, interpretate dalla mente diurna: il solo fatto di ricordarle è già una “cura”», afferma Simonetta Ellena. «È salutare infatti che le varie parti che compongono la nostra mente comunichino tra di loro. È l’armonico interagire fra le parti che produce la salute in un organismo. La pittura introspettiva richiede e sostiene una condizione meditativa di silenzio interiore, di ascolto. Compiendo uno sforzo di armonia ed equilibrio o elevando a valore estetico lo stridio di un disagio, noi armonizziamo, nel presente del foglio di carta, contenuti molto profondi di noi stessi; poniamo mano nel presente, ai molti passati che ci compongono e compiamo così un passo più sano nel futuro».

Simonetta Ellena, torinese di nascita ed attualmente residente a Villanova Mondovì, ha un’importante preparazione artistica dovuta al fatto sia di aver frequentato il Liceo Artistico, sia di aver insegnato arte per diversi anni negli Istituti Secondari di Primo Grado, sia di aver scandagliato sempre più in profondità tutte le sfaccettature dell’arte stessa.

«L’arte è sempre stata per me una grande passione», afferma Simonetta Ellena. «Mentre frequentavo il Liceo Artistico spinta da quella esigenza di ricerca di senso della vita, tipica certamente dell’adolescenza ma non solo, iniziai a leggere e studiare il lavoro di C.G. Jung e l’affascinante discorso dell’utilizzo dell’arte per comprendere se stessi. Quando poi dovetti decidere l’argomento della tesi per l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole, la scelta fu proprio sul valore terapeutico dell’arte. Negli anni Settanta non vi era una grande letteratura in italiano sull’argomento se non qualche testo di psichiatria infantile e poco altro. La preparazione della tesi si dimostrò quindi molto importante per me poiché potevo ordinare in modo organico tutto ciò che avevo letto in Jung, tutto ciò che tale lettura aveva suscitato in me».

La sua attenzione per quanto potesse arricchire il suo bagaglio di conoscenze circa la terapia artistica la portava ad incontrare le teorie antroposofiche di Rudolf Steiner.

«Un giorno trovai nella libreria di un’amica “L’essenza del colore” di Rudolf Steiner, di cui non sapevo nulla. L’ho letto ed ho subito percepito che conteneva ciò che mi interessava sul colore. Steiner partendo dalla “Teoria dei colori” di Goethe elaborò un interessante approccio al colore ed alla pittura con uno straordinario afflato spirituale. Il pensiero antroposofico mi spinse, dopo la nascita di mio figlio, a frequentare con lui una Scuola Pedagogica a Lugano, dove ebbi la fortuna di incontrare Fiorenza De Angelis che divenne la mia maestra di pittura. Ho seguito i corsi della De Angelis sia a Lugano che a Firenze per nove anni».

Simonetta Ellena però non si fermava al pensiero antroposofico, la sua ricerca la portava ad indagare la cultura vedica, la ritualità indotibetana, unitamente a quanto le scienze umane occidentali andavano a sperimentare.

Verso la metà degli anni Novanta iniziava ella stessa ad insegnare la pittura introspettiva elaborando un proprio metodo che chiamava Amorevolearte.

Tra le numerose allieve dei suoi corsi, troviamo Mariarosa Michelotti ed Emma Giusta.

Opera di Emma Giusta (Foto Galleano)

Opera di Emma Giusta (Foto Galleano)

«La mia ricerca personale è iniziata in modo importante il 1 marzo 1993 con la morte improvvisa di mio marito», racconta Mariarosa Michelotti. «È stato l’inizio di un viaggio di cui non conoscevo la meta; l’amore per la filosofia, per la simbologia (René Guenon, Elémire Zolla, Rudolf Steiner) accompagnavano il mio viaggiare in me stessa. Poi nel settembre 1998 ho incontrato Simonetta Ellena che mi ha introdotta nella pittura introspettiva stimolando in me la capacità di muovermi tra il conscio e l’inconscio, la capacità di posizionarmi nella vita. Dipingere è trovare equilibrio nella meraviglia, nello stupore di ciò che emerge nei e dai colori del quadro».

«Sono giunta alla pittura introspettiva per pura combinazione, seguendo il consiglio di una terapeuta», racconta a sua volta Emma Giusta. «Ho iniziato chiedendo aiuto a Mariarosa Michelotti che mi ha accolto a casa sua e mi ha proposto di dipingere insieme. Ci incontravamo una volta alla settimana. Mariarosa mi accompagnava nella mia esplorazione della pittura introspettiva chiedendo consigli a Simonetta. Quest’ultima le dava alcune linee guida invitandola a farmi lavorare con il rosso, il giallo, il blu… Nell’agosto 2013 ho iniziato a lavorare con Simonetta Ellena; ho frequentato il corso base approfondendo la natura del lavoro che stavo facendo e scoprendo molte cose su di me. Poco per volta prendevo coscienza dei miei desideri, del mio carattere, della mia natura, del mio passato, lasciando che l’istinto mi guidasse tra i colori».

La pittura introspettiva accompagna chi la pratica a contattare quella dimensione creativa che qualunque essere umano possiede. La comprensione del senso dell’esistenza personale attraverso l’arte è un discorso sociale perché coinvolgente tutti coloro che vogliono essere pienamente protagonisti della propria vita.

La pittura introspettiva inoltre ha illustri rappresentanti quali Wassily Kandinsky, Marc Chagall, i Surrealisti.

«Entrare in confidenza con se stessi ed esprimersi attraverso la pittura è un diritto di tutti», conclude Simonetta Ellena. «L’arte è di tutti».

Mariarosa Michelotti

Opera di Mariarosa Michelotti