LORENZO BARBERIS
Anche Mondovì ha i suoi graffiti. Da quando, negli anni ’90, era iniziata anche in Italia la moda del graffitismo, non sono mancati anche qui da noi dipinti murali più o meno riusciti. E, sempre, va detto, purtroppo illegali, con deturpazione di proprietà altrui che non si può mancare di condannare.
Ovviamente, con un maggiore o minore grado di perizia, la maggior parte dei graffiti richiamano il Wild Style, in media meno spettacolari di quelli, ad esempio, presenti sui treni e addensati nell’area della stazione, anche se presenti anche in Breo.
A Breo, però, sono apparsi nei primi anni 2000 anche nuovi graffiti, basati sullo stencil, sulla probabile influenza della Stencil Art resa famosa dall’artista Banksy, in Inghilterra.
Ormai da tempo anche a Torino la stencil art si è imposta come elemento importante del graffitismo, grazie anche, probabilmente, alla maggiore rapidità ed essenzialità comunicativa.
A differenza di Banksy, che costruisce dei giochi visuali complessi, e alla stencil art torinese, più legata alla contestazione sociale, quelle di Breo sono immagini minime, essenziali. Frequente l’immagine della mosca, che appare spesso sui porticati della città bassa.
Un segno dal significato ambiguo: date le preferenze alimentari delle mosche, questi stencil potrebbero avere un valore negativo sulla città, oppure, per contro, intendere risignificarla in modo estetico (la mosca dipinta da Giotto sul quadro di Ligabue, così vera che il Maestro cercò di scacciarla).
Quello che può far pensare a una scelta di abbellimento, e non necessariamente di disprezzo, sono le misteriose figure umane che sono apparse, a fianco della mosca, come elemento decorativo.
Per quanto non manchi un certo elemento aggressivo (la figura in atto di spararsi in bocca) si tratta di immagini discrete, quasi decorative. Il fatto che sia difficile dare loro un preciso significato aggiunge una certa aura di mistero.
Tuttavia, si è trattata di una fioritura abbastanza estemporanea, ormai anche piuttosto lontana nel tempo, e che non ha visto un particolare prosieguo (mentre il graffitismo “wild art” tradizionale continua tra alti e bassi nuove figurazioni, ovviamente sempre ai margini del legale).
Insomma, anche Mondovì ha i suoi Banksy. Ma si tratta purtroppo, ancora, di Banksy piuttosto scolastici.