Eliana Littarru e la poesia.
Brevi cenni biografici.
Eliana nasce in un piccolo paese del Sulcis, vicino a un parco secolare accarezzato dall’aria di mare. A quattro anni inizia a leggere e scrivere, a cinque entra a scuola da privatista, a sei i suoi genitori emigrano in una città di miniera. A Carbonia i bambini giocano per le strade, c’è una grande biblioteca, tante scuole e hanno la silicosi anche le galline. Nel giro di pochi anni aumenta la disoccupazione, Eliana prende la maturità classica e si trasferisce a Milano, in epoche di fermento culturale, lotte e cambiamento.
Quando e come si è avvicinata alla poesia?
Conosce i primi poeti nei banchi di scuola, abbozza le prime poesie intorno ai 12 anni; il fermento della scrittura esplode in adolescenza, prima con rime, poi con ricerca di assonanze, metafore, contenuti; è influenzata dalle canzoni rock e dalle letture della beat generation. A 15 anni fonda, insieme alla sua vivace compagna di banco, un giornale satirico “La Tontesa” (ciclostilato) e finisce dritta al commissariato interrompendo la carriera di una ricca giornalista. Collabora con Stampa Alternativa, pubblica poesie su “Ciao2001”, “Offerta Speciale”, “Barbablu”…. In Piemonte, con alcuni poeti che rimarranno anonimi, quando ha 20 anni, affigge di notte le proprie poesie in grossi manifesti murali. Nelle pubblicazioni, spesso usa pseudonimi.
Si occupa, intorno ai 21 anni, di organizzazione di reading pubblici in vari locali e non ha ancora smesso.
Cos’è la poesia per lei ?
La poesia è vedere il cuore delle cose, sentirne la musica; con la coscienza di “quella” sfumatura si prende la parola come un pennello e la si spedisce verso lo spazio emotivo di altre persone.
www.elianalittarru.wordpress.com
Giardiniere per verso
Pota il poeta
- talvolta tagliandosi l’indice -
un tal posto erudito
dove il talamo è soltanto
due righe
di vanto.
È attento il poeta
ai versi alla menta
colati nel discorso
di una mente contenta;
il poeta ha peccato
leccandosi il sangue
della vena poetica
e sulla ferita due punti
:
si cuce un discorso
con pezzi di spago
e s’impiccia
tra i nodi di chi
fa la fila.
ELITTA
***
Lavanda
Quando è maturo il grano
nella mia isola
è Capodanno
e in quel momento
antichi profumi si nascondono
nei cassetti
tra le stoffe dei letti
così come si deve
ai sogni più belli.
È vergine il periodo
da sempre
oro e blu
pane e spighe, milioni di mazzetti
nella città inebriata
giostra di salvezza.
Ad occhi chiusi
l’emozione
aroma.
Lo sanno bene
i quattro ladroni:
morirono d’amore
e non di peste.
ELITTA