Offerta speciale

P1030771

Carla Bertola e la poesia
Carla Bertola, scrittrice, poeta verbo-visuale e sonora, partecipa alle varie attività culturali e internazionali dagli anni ’70. Vive a Torino, dove è nata nel 1935. È presente in cataloghi, riviste, antologie e ha pubblicato alcuni libri. Ha esposto in mostre personali o collettive e ha eseguito performances in Italia e in vari altri Paesi. È editora della rivista di poesia “Offerta Speciale” dal 1978.
 
Percorso poetico.
Ho cominciato a scrivere da ragazza, senza nessun indirizzo e poche conoscenze letterarie, anche se leggevo molto già a 15 anni (quando raccontavo Guerra e Pace a puntate alla mia amica Bianca, la domenica pomeriggio). Verso gli anni ’60 ho iniziato a scrivere poesie di una certa consistenza, ispirate dalle letture dei contemporanei Ungaretti, Quasimodo, Salvatore Gatto. Mi rendo conto adesso che quello che mi attirava, inconsciamente era la musicalità dei loro versi, il ritmo impresso alla parola. Iniziai anche a pubblicare qualche poesia su riviste letterarie. Squarotti mi recensì dicendo che ero la miglior scrittrice su piazza, peccato che lo dicesse di tutti. Anche se non ci credevo, mi azzardai a inviare dei testi al Premio Città di Amalfi, che era presieduto da Quasimodo, ma non ricordo l’anno. Fatto sta che ebbi il terzo premio e lui morì di crepacuore.
Sul finire degli anni ‘60 cominciai a scrivere testi interessanti e nel ’72 Franco Cavallo mi pubblicò un libretto I Monologhi nella collana Sic, che purtroppo ebbe breve durata.
Erano anni che si leggeva molto in pubblico e io stessa organizzai delle serate di poesia e partecipai a degli incontri con altri poeti. Leggendo in pubblico ci si ascolta e ci si confronta. Si capisce anche cosa si vuole o non vuole fare.
Non saprei dire esattamente come venni a conoscenza di scritture verbo visuali. Certamente con la “scoperta” del Futurismo e del Dadaismo. Per approdare alle esperienze del Gruppo ’63 e sentendo io stessa il bisogno di sperimentare nuove forme di scrittura.
Non sono mai stata molto incline al sentimentalismo nella poesia. Anche nei miei testi “seri” si intravedeva una vena ironica e «un’assoluta mancanza di pietà verso me stessa» (a detta di un critico che mi criticava anche, meno male).
Da sottolineare che questo libro I Monologhi è rimasto il solo e unico libro pubblicato in Italia. Gli editori, ora come quarant’anni fa, trovano sempre qualche scusa: o sono troppo triste e aggressiva, o sono troppo scanzonata.
Ho alcune raccolte nei cassetti strapieni di vecchie copie che non mi decido a buttare e a copiare in computer.
Recentemente mi sono pubblicata, come editora, alcuni libretti di scritti recenti, tra cui Affetto affettato Affitto che raccoglie testi dagli anni ’80. Anni in cui vi era già stato un cambiamento nella mia scrittura. Molti di questi testi sono una performance potenziale.
Dicono, e concordo, che nonostante la spensieratezza e l’allegria dei miei scritti più recenti, una certa cattiveria permanga e anche una certa tristezza o MELA nconia.
 Copia it
Dichiarazioni d’autore di Carla Bertola.
Imputata di avere per molti anni vivisezionato la parola, l’accusata si dichiara colpevole. Testi d’accusa: poetici, visuali, sonori oltre alle schiaccianti prove d’autore: libri d’artista e performances che lei ha spudoratamente eseguito in giro per il mondo. Queste in breve sono le mie credenziali.
Dovendo parlare del mio lavoro degli ultimi dieci anni, vorrei evidenziare due aspetti diversi, anche se complementari della mia ricerca, chiamandoli Rivisitazioni e  Interferenze.
Ho chiamato Rivisitazioni le opere dove l’elemento principale è la grafia creativa, iperscrittura tra significato e significante “multilinguale”. Sono eseguite con penna e inchiostri di vario colore, o con pennarelli su carta, legno, tela, altri supporti imprevedibili. Le scritture sono spesso velate da carte colorate o bianche che interagiscono sottolineando o spezzando la composizione. Opere che appunto rivisitano testi immaginati o realizzati precedentemente, spesso creando grandi installazioni in interni o nella natura. Ho anche usato fili di lana e cotone che interagiscono con elementi casuali.
Le Interferenze sono iniziate nel 1996 e continuano a manifestarsi come «fenomeni per cui due onde sonore o luminose possono elidersi a vicenda» che io riscontro nella mia poesia visuale. Scritture a mano e a stampa che si alternano-altercano (lotta o scambio?), non si danno pace, non mi danno pace, sono numerosissime in b/n poi anche a colori, ulteriormente inter-ferite in varie ore del giorno in tanti giorni mesi anni. Con l’approdo al digitale le interazioni si sono moltiplicate, lanciate verso nuove conquiste. Il mio è un lungo percorso iniziato negli anni ’60 (sono nata nel 1935). Vivisezionare parole e segni non è soltanto un progetto distruttivo, in quanto prevede una ricostruzione.   Per questo spero in una assoluzione finale.

Carla Bertola: poesie 
Le opere grafiche che accompagnano l’articolo sono di Carla Bertola