Alessandra Palombo e la poesia
La donna dell’isola
La donna dell’isola
è donna di ghiaia di riva rappresa,
è donna di mare
rena che sparse il suo sale
sul manto marino
è occhi innocenti arrossati,
sale asperso dal moto di libere onde,
è tempo che entra ed esce dal cosmo,
al variare del vento,
è amore sulla rena
della piccola spiaggia,
sotto cori invocanti la pioggia.
La donna di mare è uno strano animale,
oltre il canale allunga il suo sguardo
e poi si ritrae
oltre l’alone solare, oltre l’ibisco
si stende supina
la donna dell’isola
è la Signora dell’acqua
è isola stessa.
Ella muta e rimane se stessa.
( Da Iomare , 2004)
***
Bello
Bello,
benfatto,
beffardo bluffasti,
bissando brucianti
bugie.
Balordo,
bastardo,
banale bifolco,
buffone! Basta?
Bang!
***
Maliarda
Maliarda,
magistralmente
mi maneggiasti,
maliziosamente,
mio moroso
monopolizzasti,
ma martedì,
massimo mercoledì,
morirai. Maledetta!
***
Peccato
Ponderi per pescarmi
perché paio prelibata pesca
pesce palombo polposo
pittoresco papavero
passeggi, pianifichi percorso,
parti, parcheggi, pervieni,
presenti preziosa parure.
Patatrac…!
Perdi parrucca.
Peccato…!
Perdonami,
prediligo pelosi peluches.
( Da Tautogrammi d’amore e d’amarore 2005),
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L’arrivo del piroscafo
L’arrivo del piroscafo era uno spettacolo.
Le auto imbracate nella rete
sbarcavano dal cielo
dondolando. Talvolta a terra
c’era un cellulare nero
ad attendere gli ergastolani,
che scendevano con le mani incatenate
rivolte verso il volto,
nel tentativo di nascondere
agli sguardi la vergogna;
erano giovani che avevo immaginato
vecchi e bimba bimba,
dal balcone ricoveravo in casa
con il cuore stretto stretto ,
prima che al molo chiudessero il cancello.
(Da Il lavoro del vento, 2008),
***
In principio
In principio
la prima casa
fu zucchero sparso
su piano di marmo
trasparenze di vetri
pizzicati dai venti
amici o nemici
- a seconda -
in una Calata
bardata d’azzurro
in principio.
(Da Un giardino privo di mura, 2013),
***
I giornalai
Stavano imbacuccati i giornalai
sotto l’orologio della porta a mare,
in due edicole simili a guardiole,
una alla destra e una alla sinistra
del tunnel del passaggio pedonale;
quello sulla destra porgeva i quotidiani
ai nostalgici del fez e ai democristiani,
quello sulla sinistra porgeva i quotidiani
ai comunisti e ai compagni del garofano,
così non c’era confusione in piazza
e i voltagabbana erano rarità.
(Da Mestieri, 2014).
Breve biografia
Alessandra Palombo nasce a Livorno e trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Portoferraio, all’isola d’Elba, dove frequenta il Liceo Classico “R. Foresi” per poi iscriversi e laurearsi alla facoltà di Lettere Moderne a Pisa con una tesi su Napoleone lettore e la storia della biblioteca dell’esilio elbano.
Su incarico della Soprintendenza delle Belle Arti di Pisa collabora all’allestimento della mostra Lector in insula, tratta dalla sua tesi di laurea, in cui sono esposti i libri appartenuti a Napoleone Bonaparte e conservati nel Museo della Palazzina dei Mulini a Portoferraio.
Pubblica vari articoli sulla biblioteca elbana di Napoleone I nella Rivista di Studi Napoleonici e di Storia dell’Elba del Centro Nazionale di Studi Napoleonici, in cataloghi di mostre e cinque raccolte di poesie: Iomare con prefazione di Manrico Murzi e nota di Giorgio Weiss (Liberodiscrivere, 2004), Tautogrammi d’amore e d’amarore, con introduzione di Raffaello Aragona (Liberodiscrivere, 2005), da cui è stato tratto lo spettacolo- concerto “Giocoso gioco – Urge unidose unguento umoristico” con l’attrice Svetlana Kevral, la cantante Cristina Barzi, il pianista Konrad Orłowski, Il lavoro del vento, con prefazione di Manrico Murzi e quarta di copertina di Luigi Romolo Carrino (Liberodiscrivere, 2008), Un giardino privo di mura con prefazione di Manrico Murzi e quarta di copertina di Luigi Romolo Carrino (Liberodiscrivere, 2013), Mestieri con prefazione di Claudio Damiani ( Ladolfi editore, 2014).
Partecipa alla stesura di tre romanzi collettivi: Il volo dello Struffello (Liberodiscrivere, 2007), Es temporanea (Liberodiscrivere, 2008), Malta Femmina (Editrice Zona, 2009).
Alcuni suoi brevi racconti e poesie sono presenti in varie antologie tra le quali ricordiamo Stagioni (Lietocolle, 2007), Il segreto delle Fragole (Lietocolle, 2008) Vicino alle nubi sulla montagna crollata, a cura di L. Ariano e E. Cerquiglini ( Campanotto, 2008), Ti parlerò di me a cura di Max Luciani ( Edizioni Nuove Scritture, 2008) e le raccolte del Premio Capoliveri Haiku che vince tre volte: Una fantastica ondata di haiku ( Pagine, 2007), Haiku in volo sui boschi dell’Elba ( Pagine, 2010), Lucciole e haiku a Capoliveri (Pagine, 2013).
Quando e come si è avvicinata alla poesia?
All’età di circa quarant’anni conobbi per lavoro il poeta Giorgio Weiss, autore e ricercatore di testi di letteratura giocosa, organizzatore di iniziative poetiche realizzate in televisione, teatri, biblioteche , festival, scuole. Fu in quel periodo che iniziai a scrivere poesie su un sito di scrittura creativa usando uno pseudonimo. Da allora non ho più smesso, cercando di migliorare la mia scrittura, leggendone molte e seguendo i consigli di Poeti amici dal già citato Giorgio Weiss, a Manrico Murzi, da Luigi Romolo Carrino a Teresa Ferri, a Claudio Damiani che ha scritto la prefazione del mio ultimo libro “Mestieri” ( Ladolfi editore, 2014).
Qual è il suo rapporto con la poesia?
Per me la poesia è espressione diretta, scevra da ogni sovrastruttura, della vita e dei suoi aspetti anche remoti e nascosti. È maestra di vita. Quando leggo una bella poesia sorrido perché rispecchia un mio pensiero, una mia sensazione, una mia idea.
La poesia è un andare al di là dell’apparenza, un porsi domande, un immergersi in quadri di vita vissuta, un vedere oltre il visibile e il tangibile, è un visitare luoghi reali e dell’anima. Ho iniziato da adulta a scrivere poesie, anche se ho cominciato a leggerle sin da ragazza. Mia madre mi ha trasmesso sin da bambina il piacere della lettura e oltre alla narrativa, ho sempre amato la poesia di cui apprezzavo la sintesi e la musicalità dei testi.
foto di copertina di Bruna Bonino