NUMBERSIX.
Davide Del Popolo Riolo (Asti, 1968) è avvocato in Cuneo ma sin da ragazzino ha avuto una grande passione per la letteratura fantastica e per la storia, che è naturalmente sfociata nel tentativo di scrivere le idee che gli venivano.
Il suo romanzo “De Bello Alieno”, edito da Delos Books l’anno scorso, insignito del Premio Odissea 2014 e finalista al Premio Vegetti 2015, è un singolare romanzo di fantascienza che, per il suo stile originale, è piaciuto anche a molti che non amano il genere.
Nella narrazione viene presentata una storia alternativa, in cui Cesare, ostacolato nella politica, opta per la scienza ed il commercio. Il talento dell’uomo è tale da consentire uno sviluppo tecnologico impressionante, che suscita ben presto l’invidia di molti, in Roma…ed oltre.
I contrasti all’operato di Cesare ben presto assumono un connotato extraplanetario, lasciando campo ad un vero e proprio conflitto alieno.
1) Ciao Davide, innanzitutto grazie per la disponibilità, se permetti inizierei proprio dal Tuo libro, “De Bello Alieno”, da cosa si è originata la scelta dell’argomento del romanzo?
Grazie a voi che date una chance ad un genere oggi in Italia un po’ trascurato come la fantascienza. Volevo scrivere un romanzo di fantascienza, ma al tempo stesso volevo farlo descrivendo qualcosa che conosco bene. Dato che sono un appassionato di storia romana, l’idea di ambientare un romanzo di fantascienza al tempo di Giulio Cesare mi è subito sembrata piuttosto originale. Uno dei temi del romanzo è il modo con cui una società, nel caso una società conservatrice come quella romana dell’epoca, reagisce ad un’improvvisa innovazione tecnologica, e questo è un problema che riguarda anche noi, no?
2) Il Tuo libro è reso particolarmente vivace dai personaggi e figure storiche, che coralmente narrano la vicenda. Immagino sia stato un lavoro intenso effettuare una ricerca sul periodo e su queste persone… specialmente per quanto riguarda le loro quotidianità ed i loro pettegolezzi.
Sono molto fiero di questo aspetto, se posso dirlo: ogni personaggio del libro è realmente esistito, ed ho cercato di farlo agire secondo quanto sappiamo del suo carattere. In realtà non ho dovuto fare così tante ricerche, perché il I secolo a.C. è uno dei periodi che mi interessano di più, per cui molto lo ricordavo. Comunque, certo, un po’ di ricerca ho dovuto farla…
3) In certi passaggi del libro sembra cogliersi uno spaccato della vita moderna. Colpisce molto l’affinità tra il periodo di cui hai scritto e quello attuale. Ritieni che la fantascienza e la storia possano aiutarci a meditare sui tempi presenti ed offrirci occasioni di riflessione?
In effetti uno dei motivi per cui ho ambientato il mio romanzo nella Roma del I sec. a.C. è che lo trovo un periodo con stupefacenti somiglianze al nostro, e con differenze altrettanto stupefacenti, naturalmente. Un periodo quindi per certi versi incredibilmente moderno, e per altri invece molto diverso dal nostro.
E poi, chi scrive fantascienza, anche se sta descrivendo un universo migliaia di anni lontano dal suo, di regola narra sempre dei problemi del proprio mondo. E, sì, penso che la letteratura fantastica (di cui la fantascienza fa parte) sia un potente strumento per indagare e raccontare la condizione umana ed i tempi in cui viviamo, perché offre possibilità di speculazione, di invenzione e di fantasia che la letteratura realistica non consente.
4) In generale, quali sono state le Tue letture e le ispirazioni preferite?
Ovviamente come ho detto amo molto fantascienza, fantasy e storia, e gran parte di ciò che leggo rientra in queste categorie. Ogni tanto però non mi faccio mancare un romanzo “mainstream”, se ne vale la pena, oppure un romanzo di spionaggio o d’azione. Un tempo ero un lettore più onnivoro, oggi per problemi di tempo debbo purtroppo concentrare le letture sui generi che so già che mi piacciono, rischiando con ciò di sacrificare quelle che potrebbero essere piacevoli scoperte.
Quanto alle idee, possono venire da qualsiasi cosa, magari da un’impressione che hai avuto anni fa, e che ha messo radici nel subconscio fin quanto non ha prodotto qualcosa di narrabile.
5) Prima e dopo “De Bello Alieno”, la Tua produzione ha già toccato e toccherà ancora il suolo dell’Antica Roma o procederà altrove?
De Bello Alieno è stato il mio primo romanzo d’ambientazione romana. Dato che il periodo mi piace molto, e lo trovo stimolante ed interessante, non escludo assolutamente di tornarci, in futuro…